Il designer, in qualità di individuo che vive in una quotidianità in cui interagisce, condivide, osserva, sente emozioni, trasmette emozioni, e soprattutto pensa, ha il copito di progettare. Questa sua relazione con ciò che lo circonda, è fonte stessa di ispirazione, la cerca, la vede e ne trae giovamento, ma questo deve essere spinto da un forte senso di condivisione con il suo pubblico, coi suoi fruitori. Gli atteggiamenti delle persone, quello che fanno e quello che non fanno, servono ad individuare i bisogni, le funzionalità, i problemi di usabilità e interazione, evidenziano il perché di forme, colori, materiali. Gli aspetti estetici non devono mai essere slegati da quelli funzionali ed ergonimici di un determinato prodotto. In una corretta analisi si guarda sempre indietro all’esistente e si valuta cosa si può ancora proporre di nuovo oppure cosa si può migliorare di ciò che è preesistente.
In relazione alla tipologia e al genere di progetto che sta affrontando nel contesto in cui opera, il designer si occupa di soddisfare bisogni in termini di funzionalità, praticità, desiderabili e piacevoli, con l’intento “non scritto”, di migliorare la qualità di vita del fruitore.
Ciò che conta è la curiosità: saper guardare con un occhio esplorativo e critico, questo permette di porsi degli interrogativi a cui si desidera trovare delle risposte pertinenti al concetto progettuale che si stà indagando. È necessario aprire la mente alle esigenze della società, e osservare le persone con le loro abitudini, i loro bisogni e le loro difficoltà anche quotidiane, insieme alla natura che regala continuamente innumerevoli spunti di riflessione e di creatività, se si sa dove e come osservarla.
“Per esempio, un giorno qualunque in cui mi trovavo a passeggiare per le strade di un borgo, in una giornata grigia e uggiosa; vidi una pozzanghera sul mio cammino che formava delle onde circolari grazie alle gocce d’acqua che vi cadevano dentro. Questo semplice incontro mi ispirò per sviluppare un vassoio porta oggetti per un'azienda di casalinghi per cui stavo lavorando in quel momento”.
Ogni cosa, nella sua semplicità può veicolare un messaggio, uno stimolo, uno spunto che aggiunge senso al nostro lavoro di progettisti. L'artista, designer e scrittore Bruno Munari, nel suo libro "Fantasia", si occupa di ispirazione e progettualità citando quattro facoltà che in sintesi si riassumono così: "La fantasia permette di pensare a tutto ciò che non esiste, anche se assurdo e irrealizzabile. L'invenzione è la realizzazione di qualcosa che prima non c’era ma solo per uno scopo pratico, senza porsi problemi estetici. La creatività combina fantasia e invenzione per produrre qualcosa di funzionante e realizzabile (cioè un’applicazione concreta della fantasia). L'immaginazione permette di immaginare, appunto, quello che la fantasia, l’invenzione e la creatività producono."
Tratto da Bruno Munari, "Fantasia", Edizioni Laterza, 1977.